

lunedì 28 novembre 2011
Siamo ancora vivi

martedì 15 novembre 2011
Le misure da prendere
Ecco, a mio modestissimo modo di vedere, cosa si può fare per far tornare l'Italia a marciare. Ci sono misure di cui si è già parlato, con qualche nuova idea.
ABBATTIMENTO DEBITO PUBBLICO (Reperimento risorse)
Misure immediate:
- Vendita delle quote nelle partecipate, privatizzazione delle municipalizzate e della parte di patrimonio pubblico inutilizzato dismesso.
- Dismissioni dei terreni agricoli statali in favore dei giovani agricoltori (5 mld)
- Tassazione patrimoniale sui patrimoni oltre il milione di euro
- Reintroduzione Ici per prime case con superfici oltre i 300 mq
- Tracciabilità fin dai 200 euro (misura antievasione)
- Contributo del 5% sugli stipendi dei parlamentari fino alla fine della legislatura, un contributo del 5% sugli stipendi dei top manager pubblici nel 2012 (alti funzionari, rettori, diplomatici, compresi i magistrati), un contributo dell'5 % sui presidenti di Regione e Provincia per 6 mesi, un contributo del 5% sugli stipendi dei consiglieri regionali per 6 mesi, un contributo dell’1% per 3 mesi sugli stipendi degli assessori regionali, provinciali, comunali e sindaci. Contributo del 1% sugli stipendi dei dirigenti pubblici per 3 mesi.
-Aumento delle tassazione sulle sigarette di 10 centesimi (300 mln)
Misure strutturali:
Ø Riduzione del numero dei deputati, 630 a 300, e dei senatori, da 315 a 100, sul modello americano. Riduzione del 30% del numero dei consiglieri regionali.
Ø Abolizione delle Province con il mantenimento delle aree metropolitane e blocco del turn over, prepensionamenti e reinserimenti nel mondo del lavoro privato dei dipendenti provinciali. Vendita dei palazzi delle province se di proprietà statale. Ripartizione dei compiti fra Regioni e Comuni.
Ø Abolizione del vitalizio per parlamentari e consiglieri regionali, riduzione di 1000 euro di diaria dalla prossima legislatura per consiglieri regionali e parlamentari.
Ø Graduale passaggio di adattamento ai costi minimi standard della democrazia, 8 euro per abitante, sul modello dell’Emilia Romagna.
Ø Revisione dell’architettura dello Stato e dei poteri delle Regioni a Statuto Speciale per quanto riguarda i costi della politica.
Ø Vendita del parco macchine dello Stato e affidamento del servizio ad enti privati.
Ø Rivedere il modello pensionistico: non deve essere intaccato il principio dei 40 anni di lavoro, assolutamente sacri. Maggiore equità, ovvero colpire i baby pensionati andando a rivedere quando sono andati in pensione: viene applicata una tassa del 5% aggiuntiva sulla baby pensione.
CRESCITA
Misure per la crescita:
Ø Introduzione del modello di “flexsecurity” per le aziende che hanno necessità a licenziare in un momento di crisi economica. Indennità di disoccupazione che accompagna il lavoratore privato fino al reinserimento nel mondo del lavoro. (Proposta Ichino)
Ø Liberalizzazione del settore dei carburanti, delle ferrovie, dei trasporti, delle telecomunicazioni.
Ø Abolizione del tariffario minimo negli ordini professionali
Ø Riduzione del cuneo fiscale per le imprese gradualmente del 4% e decontribuzione del contratto di apprendistato per i giovani.
Ø Piano per l’agricoltura: rilancio export, garanzie sui redditi, incentivi all’innovazione sul campo, tutele contro lobby della grande distribuzione.
Ø Abolizione Irap per le aziende che investono in opere infrastrutturali di importanza strategica.
Ø Sostegno al modello cooperativo, in cambio di una pressione a un maggiore rinnovamento interno a favore dei giovani.
Ø Sblocco del patto di stabilità per i Comuni virtuosi che non presentano bilanci in rosso, i modo da poter mettere in cantiere le piccole opere.
Ø Investimenti per il trasporto pubblico locale
Ø Piano di esuberi della pubblica amministrazione: stabilizzazione dei precari e blocco per due anni di tutti i concorsi pubblici.
giovedì 10 novembre 2011
Via alla transizione di Monti, e dopo via i dinosauri

martedì 8 novembre 2011
Due facce della stessa Italia


venerdì 21 ottobre 2011
Ritornare all'agricoltura

venerdì 14 ottobre 2011
C'è ancora speranza

venerdì 16 settembre 2011
Un gran "casino"

sabato 27 agosto 2011
Autogol

martedì 23 agosto 2011
Principio primo della crescita
Questa volta devo dare ragione alla Lega. Le pensioni sono già state abbondantemente toccate, da tutti i governi, di destra e di sinistra. Se c'è stata una peculiarità italiana che è stata più volte sottolineata in questa grave crisi è stata la sostenibilità e la solidità del nostro sistema pensionistico, nonostante un'età media pensionabile più giovane rispetto all'Europa. Questo si è reso possibile grazie alle varie riforme strutturali fatte negli anni, e ai recenti aumenti fino a 65 anni per i pensionamenti delle donne, nel pubblico e nel privato. Una manovra ulteriore potrebbe andare a soffocare un po' il sistema e i lavoratori, nonostante garantisca una fresca liquidità per l'Erario. Se si vuole veramente battere cassa, si possono recuperare tante risorse. Non per sembrare ancora una volta demagogici, ma va attuato un taglio immediato all'amministrazione centrale e locale, con l'abolizione di province, comunità montane, enti, commissioni e riduzione degli stipendi al livello della media europeo, il tutto da subito, dalle prossime elezioni, invece che rimandare come sempre nella storia della politica italiana. Dall'evasione fiscale possono arrivare tanti miliardi, ma il punto su cui lavorare è la vendita del patrimonio statale, che potrà garantire dai 200 ai 300 mld di euro. E' però necessario inserire un principio fondamentale all'interno della manovra. Parte dei risparmi devono essere destinati alla crescita. Senza crescita il debito e gli interessi su quest'ultimo aumentano: se non ripartiamo, è un cane che si morde la coda. E fra un anno dovremo rifare un'altra manovra.
venerdì 12 agosto 2011
Dovevamo pensarci prima

giovedì 21 luglio 2011
Eutanasia del centrodestra
Il clima non è quello del '92, sono troppe le differenze e differente è anche il contesto rispetto oggi. Ma la sostanza è quella, anche se c'è un elemento di portata storica E' la prima volta che, per fatti non di sangue, viene rilasciata dal Parlamento l'autorizzazione a procedere, anche se è chiaro che sono stati usati, forse per buoni motivi, due pesi e due misure. Alfonso Papa ha passato la prima notte in carcere ormai da ex parlamentare Pdl, mentre il collega e senatore Tedesco, ex Pd ora Gruppo Misto, l'ha scampata. Ormai è finita, la Lega sta lentamente iniziando a staccare la spina.
mercoledì 29 giugno 2011
Sforbiciatevi
E' ora di finirla con privilegi, indennità, auto blu e pensioni anticipate. Può sembrare vecchia demagogia, ma il limite di sopportazione degli italiani si sta decisamente abbassando. Tremonti sta mettendo a punto il nuovo pacchetto di misure per la manovra estiva da 47 miliardi di euro. Possibile che come principale misura allo studio ci sia quella di un ulteriore innalzamento dell'età pensionabile, quando deputati e senatori dopo neanche due mandati hanno già diritto a percepire la pensione di vecchiaia. E che pensione. Quelli che lavorano e che tengono in piedi questo paese, tutti in pensione più tardi. Loro invece, seduti e comodi nel loro banchetto a Montecitorio o a Palazzo Madama, niente. Finalmente si prospetta la tassazione sulle grandi rendite finanziarie, mentre per i tagli alle tasse sul lavoro bisognerà aspettare ancora un po'. Si chiede un ulteriore sacrificio al paese, sarebbe ora di tagliare un po' di spese là, nella giungla della politica a Roma. Tagliamo le indennità, le spese telefoniche, i privilegi sui trasporti, i baby pensionati ex parlamentari, gli aerei blu, e magari anche qualche dipendente delle due Camere. Se lo faranno, anche noi accetteremo qualche sacrificio. Ma dopo di loro, sono loro che devono dare il buon esempio.
martedì 10 maggio 2011
Torniamo al vecchio stile

venerdì 15 aprile 2011
Sarko sergente di ferro

domenica 10 aprile 2011
Vogliono raddoppiarsi i rimborsi elettorali
Mentre negli Stati Uniti, notizia di queste ore, Barack Obama ha firmato la finanziaria più rigorosa di tutta la storia Usa, esprimendo la triste ma consapevole frase "Un taglio doloroso ma doveroso, perchè in nome dei nostri figli abbiamo il dovere di vivere in funzione dei nostri mezzi", qui in Italia c'è ancora chi scherza con il denaro pubblico. Ascoltando oggi un telegiornale nazionale, ho appreso la notizia che in Parlamento è stata depositata una bozza, proposta dal Partito Democratico, ma poi cofirmata anche da esponenti di tutti gli altri partiti presenti alla Camera, che avanza l'ipotesi di raddoppiare i rimborsi elettorali a tutte le forze politiche. E quando diciamo tutte, diciamo proprio tutte, dai primi partiti come Pdl e Pd fino ai movimenti che raccolgono a malapena centomila voti. Cosa si può fare? Niente, se non quella di stare a guardare impotenti questo scenario impietoso. Oppure, per i più temerari, andare a due metri dal portone di Montecitorio e urlare la propria rabbia. Ma forse, anche questa soluzione, sarà vana...
lunedì 28 marzo 2011
Ma dov'è l'Europa?

mercoledì 23 marzo 2011
Università: il vero problema è l'eccesso d'offerta
E' da tempo che si dice di fare, fare e fare, e poi non si combina mai niente, per un'università migliore. Ho sentito tante parole in questi anni, tante bozze di riforme universitarie agitate da qualsiasi schieramento politico, per poi non produrre nulla. Bisogna partire da un presupposto: la migliore università non è quella che produce il maggiore numero di laureati, ma quella che fa trovare al maggior numero di laureati un buon posto di lavoro. Vedete, negli anni 50-60', con la ripresa economica nel dopoguerra, giustamente si sono aperte per tutti le porte dell'università, tentando il più possibile di farvi accedere la maggior parte degli studenti. Questo perchè c'era un mondo del lavoro che sorreggeva l'elevato numero di laureati prodotti. Bene o male, quasi tutti riuscivano a trovare un'occupazione. Aziende che aprivano, nuove personalità che venivano ricercate, giornali ed editori che assumevano, persino i filosofi trovavano lavoro. Ora, purtroppo, questa gallina dalle uova d'oro non esiste più. Quella macchina che assumeva, assorbiva e acquisiva sempre più personale ormai si è spenta. Sempre meno posti, malpagati e poco sicuri contrattualmente. Questo non solo per colpa delle varie crisi economiche e politiche susseguitesi nel corso degli anni: anche l'università ha la sua dose di responsabilità. Non me ne vogliano le giovani generazioni, di cui io faccio orgogliosamente parte, ma a me sembra che questa politica che molti (non tutti) gli atenei prediligono, ovvero i corsi aperti, sia fallimentare. L'anno scorso, anno accademico in cui io mi sono iscritto all'università, la facoltà di Scienze Politiche di Bologna, dove io studio, ha visto un numero di iscritti del corso non meno inferiore alle duecento unità. Decina più, decina meno. Ammettiamo che questi studenti siano tutti bravissimi e che si laureino tutti in tempo fra due anni. Ammettiamo pure che vogliano tutti andare a lavorare, non continuando il percorso di studi. Cosa fanno? Niente, un bel niente, perchè Bologna e l'Emilia Romagna intera avrà bisogno massimo di 10-20 sociologi l'anno a dir tanto. Naturalmente ho preso il caso più eloquente, ovvero un corso di laurea che non ti garantisce le stesse opportunità che ti offre un corso di Ingegneria o di Medicina. Ma la musica non cambia passando in qualsiasi altra facoltà. E' un periodo che va così, a dir la verità è un periodo che si sta allungando un po' troppo. I posti di lavoro sono pochini pochini, e noi tutti, ragazzi, siamo in troppi. Il numero chiuso applicato a tutti i corsi di laurea di tutte le facoltà potrebbe essere un prima soluzione per tamponare quanto meno il problema. Ovviamente non è l'unica, ma potrebbe aiutare già a smuovere qualcosa.
sabato 12 marzo 2011
Rialzati Giappone

martedì 22 febbraio 2011
La Primavera Islamica

domenica 20 febbraio 2011
Vecchioni, l'eleganza

martedì 18 gennaio 2011
La democrazia se la conquistino loro, gli Afghani

sabato 15 gennaio 2011
Ora Marchionne deve spendere

giovedì 13 gennaio 2011
Fiat: quando un azienda divide tutti
Ha diviso tutti, ma proprio tutti. Il futuro della Fiat ha diviso gli operai, le rappresentanze sindacali e i partiti. Addirittura troviamo spaccature all'interno di uno stesso partito, naturalmente quello Democratico, che, in verità, non è mai stato unito fin dalla sua nascita nel 2007. Il conflitto fuori dai cancelli di Mirafiori si è fatto esaltante, al limite dello straripante: operai targati Cgil-Fiom ed altri tesserati Cisl e Uil, pesanti sono stati i contatti a suon di parole. E' chiaro il contrasto fra due modelli di sindacalismo: quello di ispirazione cattolica di Cisl e Uil, che vedono la proprietà come un figura imprenditoriale importante, con cui bisogna trattare per migliorare il lavoro e la produttività. A questo si contrappone quello di stampo socio-comunista massimalista, che invece vede l'imprenditore come un "padrone" e nemico da combattere. Qual è il migliore? Non è possibile affermarlo, certamente entrambe meritano rispetto e attenzione. Vedremo domani sera quale sarà il modello scelto dai lavoratori torinesi. A livello politico, il centrodestra sta naturalmente dalla parte di Marchionne. Eloquenti le parole del premier Silvio Berlusconi, che ha giustificato la perdita degli investimenti Fiat a Mirafiori qualora dovesse prevalere il fronte del no. Il PD e in generale tutto il centrosinistra si trova diviso, con diverse voci; dal catastrofismo del segretario Bersani all'apertura a Marchionne di Renzi e Fassino, fino a Sel, con un Vendola, super fan della Fiom, ma duramente contestato ieri fuori dalla fabbrica, per il suo presunto doppiogiochismo fuori e dentro le fabbriche. Tutte chiacchiere e distintivo. Ma intanto in catena si lavora, e dalle 22 di questa sera si inizia a votare. Domani sera sapremo la volontà dei lavoratori.
martedì 11 gennaio 2011
A Mirafiori ci vuole un si

venerdì 7 gennaio 2011
Fino all'ultimo seggio

lunedì 3 gennaio 2011
COMPLIMENTI A LULA

Quanto sei bella Roma quand'è sera...reportage romano 28-29 dicembre
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