giovedì 13 marzo 2014

Forse è #laSvoltabuona

Il progetto è sulla carta, decreti legislativi e attuativi non sono ancora stati predisposti, ma a mio avviso l'inizio convince. Convince fin dall'inizio, fin dall'arrivo del presidente del consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa, con 32 slides a portata di mano per illustrare punto per punto il piano del governo. Un'idea innovativa, diretta e efficace, smart (termine un po' abusato). Legittimi sono alcuni nodi da sciogliere per quanto riguarda le coperture, secondo me punto fondamentale per far partire la discussione. 7 sono i miliardi dalla spending review secondo Renzi, 3 invece per il 2014 da parte del commissario Carlo Cottarelli, che ha comunque confermato le minori uscite anche per il 2015 e il 2016, anni in cui si potrebbero toccare riduzioni di spesa rispettivamente di 18 e 34 miliardi. In che modo? Innanzitutto una buona stretta su capi di gabinetto, auto blu, e stipendi dei dirigenti da allinearea al massimo con il compenso del Presidente della Repubblica, oltre al riordino organizzativo degli uffici di polizia, i minori trasferimenti alle imprese statali, e addirittura la soppressione di alcune sedi regionali della Rai (questa da verificare). Oltre a questo, per i prossimi anni, personalmente punterei ancora di più sulla riduzione della spesa per acquisti di beni e servizi delle pubbliche amministrazioni e l'immissione sul mercato di tutte le aziende partecipate pubbliche in perdite detenute ora dagli enti locali. Andando invece al sodo dei provvedimenti economici, essenziale è il progetto di aumentare le buste paga dei lavoratori dipendenti sotto i 25mila euro con circa 1000 euro netti all'anno. Costo 10 miliardi di euro. Qualcuno ha detto che sono una carità. Assolutamente falso. Mille euro netti all'anno in più equivale a dire una seconda tredicesima, non male per provare a rilanciare i consumi. Fare questo vuol dire aiutare indirettamente le imprese, che potrebbero vedersi aumentata anche solo di una leggera frazione la domanda interna. Ottima è poi tutto il pacchetto di novità sui contratti a tempo determinato e sull'apprendistato. Viene infatti elevato a 36 mesi il contratto a tempo determinato e l'eliminazione della pausa di dieci giorni tra un contratto a termine e l'altro. Eliminati poi alcuni vincoli sull'apprendistato in favore delle imprese, da controbilanciare con il futuro progetto del contratto unico di inserimento con tutele progressive. Sempre per il mondo dell'impresa, un taglio dell'Irap del 10% da finanziare con l'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie può innescare il circolo virtuoso su chi ha voglia di fare impresa, puntando magari su nuove start up e progetti industriali più che investire esclusivamente a livello finanziario. Lo trovo un passaggio importante di maggiore equità. Ovviamente l'impatto in medio-lungo periodo potrebbe essere negativo sul fronte della raccolta di capitali, ma se si innesca positività dal punto di vista della minore tassazione dei profitti questo può risultare solo un problema marginale. Passando invece al rilancio dell'edilizia, trovo decisamente lungimirante il nuovo cambio di passo sull'edilizia scolastica con 3,5 miliardi di euro sbloccati, in grado di rimettere in sesto le scuole più disastrate e ridare lavoro ai costruttori. E pure il piano casa va in questa direzione. Merita invece più cautela lo sblocco del pagamento dei debiti delle PA verso le imprese. 68 miliardi da pagare entro luglio, come ha annunciato Renzi, sono una cifra enorme, se guardiamo alla lentezza burocratica del nostro sistema pubblico. Su questo punto conterà molto l'efficacia dell'accordo con le banche e la Cassa Depositi Prestiti. L'efficacia del provvedimento sarebbe straordinaria per le casse delle imprese, il compito più difficile per Renzi è quello di riuscire a superare anni di lungaggini e tempistiche infinite. Aspettiamo ora di vedere il piano del governo a forza di decreti in Parlamento. Se si riuscirà ad approvare, unitamente alla nuova legge elettorale già approvata alla Camera e alla più complicata approvazione dell'abolizione dell'attuale Senato, potrà essere veramente la Svolta Buona.