Il
progetto è sulla carta, decreti legislativi e attuativi non sono
ancora stati predisposti, ma a mio avviso l'inizio convince. Convince
fin dall'inizio, fin dall'arrivo del presidente del consiglio Matteo
Renzi in conferenza stampa, con 32 slides a portata di mano per
illustrare punto per punto il piano del governo. Un'idea innovativa,
diretta e efficace, smart (termine un po' abusato). Legittimi sono
alcuni nodi da sciogliere per quanto riguarda le coperture, secondo
me punto fondamentale per far partire la discussione. 7 sono i
miliardi dalla spending review secondo Renzi, 3 invece per il 2014 da
parte del commissario Carlo Cottarelli, che ha comunque confermato le
minori uscite anche per il 2015 e il 2016, anni in cui si potrebbero
toccare riduzioni di spesa rispettivamente
di 18 e 34
miliardi. In
che modo? Innanzitutto una
buona stretta su capi di gabinetto, auto blu, e stipendi dei
dirigenti da allinearea al massimo con il compenso del Presidente
della Repubblica, oltre al riordino organizzativo degli uffici di
polizia, i minori trasferimenti alle imprese statali, e addirittura
la soppressione di alcune sedi regionali della Rai (questa da
verificare). Oltre a questo, per i prossimi anni, personalmente
punterei ancora di più sulla riduzione della spesa per acquisti di
beni e servizi delle pubbliche amministrazioni e l'immissione sul
mercato di tutte le aziende partecipate pubbliche in perdite detenute
ora dagli enti locali. Andando invece al sodo dei provvedimenti
economici, essenziale è il progetto di aumentare le buste paga dei
lavoratori dipendenti sotto i 25mila euro con circa 1000 euro netti
all'anno. Costo 10 miliardi
di euro. Qualcuno ha detto
che sono una carità. Assolutamente falso.
Mille euro netti all'anno in più equivale a dire una seconda
tredicesima, non male per provare a rilanciare i consumi. Fare questo
vuol dire aiutare indirettamente le imprese, che potrebbero vedersi
aumentata anche solo di una leggera frazione la domanda interna.
Ottima è poi tutto il pacchetto di novità sui contratti a tempo
determinato e sull'apprendistato. Viene infatti elevato a 36 mesi il
contratto a tempo determinato e l'eliminazione della pausa di dieci
giorni tra un contratto a termine e l'altro. Eliminati poi alcuni
vincoli sull'apprendistato in favore delle imprese, da
controbilanciare con il futuro progetto del contratto unico di
inserimento con tutele progressive. Sempre per il mondo dell'impresa,
un taglio dell'Irap del 10% da finanziare con l'aumento della
tassazione sulle rendite finanziarie può innescare il circolo
virtuoso su chi ha voglia di fare impresa, puntando magari su nuove
start up e progetti industriali più che investire esclusivamente a
livello finanziario. Lo trovo un passaggio importante di maggiore
equità. Ovviamente
l'impatto in medio-lungo periodo potrebbe essere negativo sul fronte
della raccolta di capitali, ma se si innesca positività dal punto di
vista della minore tassazione dei profitti questo può risultare solo
un problema marginale.
Passando invece al rilancio dell'edilizia, trovo decisamente
lungimirante il nuovo cambio
di passo sull'edilizia scolastica con 3,5 miliardi di euro sbloccati,
in grado di rimettere in sesto le scuole più disastrate e ridare
lavoro ai costruttori. E pure il piano casa va in questa direzione.
Merita invece più cautela lo sblocco del pagamento dei debiti delle
PA verso le imprese. 68 miliardi da pagare entro luglio, come ha
annunciato Renzi, sono una cifra enorme, se guardiamo alla lentezza
burocratica del nostro sistema pubblico. Su questo punto conterà
molto l'efficacia dell'accordo con le banche e la Cassa Depositi
Prestiti. L'efficacia del provvedimento sarebbe straordinaria per le
casse delle imprese, il compito più difficile per Renzi è quello di
riuscire a superare anni di lungaggini e tempistiche infinite.
Aspettiamo ora di vedere il piano del governo a forza di decreti in
Parlamento. Se si riuscirà ad approvare, unitamente alla nuova legge
elettorale già approvata alla Camera e alla più complicata
approvazione dell'abolizione dell'attuale Senato, potrà essere
veramente la Svolta Buona.
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