venerdì 16 settembre 2011

Un gran "casino"

L'Italia nella polveriera. Il presidente del consiglio nel bel mezzo dei traffici giudiziari, la spaventosa crisi economica e la credibilità pari a zero del nostro paese. Siamo a rischio, da tutti i punti di vista. Tralasciando i problemi che il premier ha qualche problemino personale con i magistrati, veniamo a capo della situazione economica. La manovra da oltre cinquanta miliardi tampona si la crisi del debito e si prefigge di azzerare il deficit entro la fine della legislatura, ma non offre nulla a chi vuole investire per la crescita economica. I buoni imprenditori, che hanno in mano il destino economico del paese, chiedono misure e interventi urgenti per ridare fiducia ai consumi. Ora, quando c'è una crisi economica, non c'è alternativa al mantenimento dei conti pubblici in ordine, e da questo lato Tremonti ha agi to con saggezza. Il problema è un altro. Senza la crescita, non c'è possibilità di mantenere i conti in ordine. Non c'è ancora stato un economista che abbia sperimentato una formula matematica che faccia automaticamente crescere il Pil, ma qualche ricetta c'è, soprattutto per l'Italia di questo momento. Favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, migliorare il sistema universitario, e ritornare all'economia reale, ovvero all'Italia manifatturiera che produce grazie al sudore e alle braccia, senza calcolatrici e carta, roba che per intenderci troviamo a Piazza Affari.