martedì 22 febbraio 2011

La Primavera Islamica

Come la primavera di Praga, come la rivoluzione dei paesi satelliti negli anni 80', come qualsiasi protesta a ogni regime dittatoriale. L'alba del 2011 si è alzata con un nuovo profumo di vitalità nelle popolazioni del Maghreb, che hanno vissuto finora sotto finte democrazie. La catena umana, iniziata a gennaio con la protesta del pane in Tunisia, si è diffusa poi in Egitto contro il regime di Mubarak e ora in Libia, a cui si è conseguita l'imminente cacciata di Gheddafi, al potere da più di quarant'anni. Il filo conduttore è quello che anima il pensiero degli oppressi: voglia di democrazia, di libertà, di diritti civili, di diritto di voto, di pane e di acqua. C'è la consapevolezza di poter dire la propria opinione, i tempi ormai sono maturi. La gente è ormai stanca di convivere quotidianamente con corruzione, povertà e ingiustizia. Il popolo islamico si è svegliato, tutto il nord Africa mediterraneo è in fermento. Ribaltare i vecchi ordini gerarchici, riprendersi il potere, finora in mano a poche famiglie potenti come primo scopo, e magari ristabilire rapporti nuovi fra le classi, oltre a isolare, speriamo, le frange più estreme del fondamentalismo. Cercheranno di rifondare una democrazia, in una stagione che si appresta ad essere caldissima; una nuova, forse, primavera di libertà.

domenica 20 febbraio 2011

Vecchioni, l'eleganza

Mi sono preso una pausa, l'ultimo post era stato pubblicato l'ormai lontano 18 gennaio, ma le ragioni sono varie, il tanto studio e lavoro ne fanno una grossa fetta. Non potevo che riniziare con l'ormai concluso Festival di Sanremo. Quest'anno bello. Era da tanto che non me la gustavo così. L'ho iniziato a rivedere nel 2009, con l'accoppiata Bonolis-Laurenti. Solo per la comicità, non certo per la canzoni. L'anno scorso indecenza allo stato puro, l'indimenticabile protesta dell'orchestra giudicante, il secondo posto ancora più scandalosa di Pupo e del Principino di Casa Savoia. Quest'anno è andato tutto diverso. Già, le premesse erano buone. Un solo nome a cui puoi legare tante cose, tanti ricordi, tanta Italia. Gianni Morandi. Lui, un'icona della musica italiana, forse la Musica italiana con la M rigorosamente maiuscola. Lui che sicuramente non è conduttore, e si vede. Lui, che ha convinto Vecchioni a tornare a cantare all'Ariston dopo 30 anni. Lui, che ha riportato come nessuno prima di lui finora il Festival al posto che gli compete nel cuore degli italiani. E poi i cantanti, e fra tutti uno. Lo so, è monotono parlare esclusivamente del vincitore. Ma Roberto Vecchioni, un altro, insieme a Gianni, del solidizio musicale italiano degli anni 60-70 anni, è l'immagine di questo Festival. Eleganza, stile, gentilezza, voglia forse di rimettersi in gioco dopo tanti anni lontano da quel palco. Ha interrotto lo strapotere dei reality e dei talent show. Era ora. Con una canzone, che, non è una canzone. E' poesia. Poesia pura. Un inno all'amore, all'unione, alle donne, a noi studenti, all'Italia, e al nostro popolo. Chiamami Ancora Amore rimarrà, spero, e credo, nei cuori di tutti gli italiani per lungo tempo. Grazie professor Vecchioni, per l'ennesima lezione. Grazie, per la stupenda canzone, che almeno io, non dimenticherò mai.