domenica 20 febbraio 2011

Vecchioni, l'eleganza

Mi sono preso una pausa, l'ultimo post era stato pubblicato l'ormai lontano 18 gennaio, ma le ragioni sono varie, il tanto studio e lavoro ne fanno una grossa fetta. Non potevo che riniziare con l'ormai concluso Festival di Sanremo. Quest'anno bello. Era da tanto che non me la gustavo così. L'ho iniziato a rivedere nel 2009, con l'accoppiata Bonolis-Laurenti. Solo per la comicità, non certo per la canzoni. L'anno scorso indecenza allo stato puro, l'indimenticabile protesta dell'orchestra giudicante, il secondo posto ancora più scandalosa di Pupo e del Principino di Casa Savoia. Quest'anno è andato tutto diverso. Già, le premesse erano buone. Un solo nome a cui puoi legare tante cose, tanti ricordi, tanta Italia. Gianni Morandi. Lui, un'icona della musica italiana, forse la Musica italiana con la M rigorosamente maiuscola. Lui che sicuramente non è conduttore, e si vede. Lui, che ha convinto Vecchioni a tornare a cantare all'Ariston dopo 30 anni. Lui, che ha riportato come nessuno prima di lui finora il Festival al posto che gli compete nel cuore degli italiani. E poi i cantanti, e fra tutti uno. Lo so, è monotono parlare esclusivamente del vincitore. Ma Roberto Vecchioni, un altro, insieme a Gianni, del solidizio musicale italiano degli anni 60-70 anni, è l'immagine di questo Festival. Eleganza, stile, gentilezza, voglia forse di rimettersi in gioco dopo tanti anni lontano da quel palco. Ha interrotto lo strapotere dei reality e dei talent show. Era ora. Con una canzone, che, non è una canzone. E' poesia. Poesia pura. Un inno all'amore, all'unione, alle donne, a noi studenti, all'Italia, e al nostro popolo. Chiamami Ancora Amore rimarrà, spero, e credo, nei cuori di tutti gli italiani per lungo tempo. Grazie professor Vecchioni, per l'ennesima lezione. Grazie, per la stupenda canzone, che almeno io, non dimenticherò mai.

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