martedì 18 gennaio 2011

La democrazia se la conquistino loro, gli Afghani

In queste giornate con l'attenzione mediatica completamente incentrata sulle vicende personali del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, attraverso il blog vorrei togliere un po' l'attenzione su quei fatti, su cui la magistratura farà il suo corso. Tutti sembrano essersi dimenticati di un fatto molto più importante, molto più grave. E' morto un altro alpino italiano, Luca Sanna, in un avamposto nella zona di Bala Murghab, ucciso da un terrorista vestito da militare afghano, oltre ad un altro militare ferito. Ormai ne succedono di tutti i colori, i morti e i feriti sono quasi all'ordine del giorno. E la domanda risorge, ogni volta, crudelmente, sempre spontanea. E' giusto mantenere la nostra presenza in Afghanistan? Cosa possiamo fare per fermare le violenze? Nulla. Nulla. Non possiamo fare niente. Se non quello di ritirarci. Queste giovani vite valgono la libertà e la democrazia in Afghanistan? Probabilmente no. Spendiamo troppi, troppi, troppi soldi per mantenere il nostro contingente: potremo utilizzarlo per ridurre il nostro debito pubblico. Non voglio cadere nel solito luogo comune, ma, almeno per me, è dura continuare a sopportare giovani vite italiane spezzate per la libertà altrui. E' ormai dieci anni che siamo in Afghanistan, le cose non sono cambiate più di tanto, anzi sembra che stiano peggiorando. Quel popolo è stato aiutato fin troppo. Arrivato fino a questo punto, io farei come Pilato. Me ne laverei le mani. La nostra pazienza ha un limite.

1 commento:

  1. Caro Pelli, sono daccordo sul fatto che l'italia debba lasciare immediatamente l'Afghanistan, come del resto l'Iraq. Dal mio punto di vista non dovevamo neanche andarci, rispettivamente nel 2001 e nel 2003. Si tratta essenzialmente e palesemente di guerre mascherate da missioni di pace e tu sai bene che nella nostra Costituzione è presente il ripudio a qualsiasi guerra.

    Basta, se le facciano gli americani queste guerre. Sono loro che le hanno iniziate e se la sbrighino da sè. Ai popoli in questione bisognava, e bisogna, ridare il senso della libertà e dell'autodeterminazione ma non imporre una "nuova liberta" targata USA/Occidente con tutto quello che ne consegue: appalti ultramilionari, concessioni petrolifere ecc ecc ecc.

    Questo è il nuovo Viètnam.

    Non sono mai stato un amante delle Forze Militari ma, cacchio, questi sono ragazzi che hanno la nostra età e i politici si sono fatti belli alle loro spalle, speculando sulla vita di questi uomini. Troviamo il modo di uscirne e speriamo per il futuro che il primato della Politica torni in auge per cercare di scongiurare altre guerre inutili e dannose per tutti in prìmis per i popoli coinvolti.

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    E adesso voglio un bel Post che tratti del Ruby gate....

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