I rimborsi vanno prima alle imprese e poi alle banche. E' questa
la priorità per il pagamento dei debiti pregressi delle pubbliche
amministrazioni. Ed è quello che ha ripetuto nel corso di queste
ultime ore il ministro dell'Economia Vittorio Grilli. Previsto un
leggero allentamento del patto di stabilità dei comuni, richiesto a
più riprese dagli enti locali, e dall'Anci, con il suo presidente
Graziano Del Rio, sindaco di Reggio Emilia. Lo sblocco della
liquidità sarà di 20 miliardi per il secondo semestre del 2013,
mentre altri venti saranno per l'intero 2014. In tutto quaranta
miliardi, una boccata d'ossigeno importante per le imprese italiane,
che stanno soffocando nella morsa dello Stato debitore/esattore e di
un credit crunch sempre più stringente. L'iniezioni di liquidità
per rimborsare i debiti prevede una maggiore spesa per interessi,
quantificabile in un aumento di 400 milioni del debito, e di una
maggiore spesa per interessi. In cambio c'è senza dubbio una forte
salvaguardia di decine di migliaia di posti di lavoro, e
un'operazione di rafforzamento di molte imprese. Il maggiore debito
comunque non farà sforare la soglia del 3% del deficit, i target
sarebbe comunque raggiunti con unn peggioramento dei conti dello
0,5%. Questo allentamento dei vincoli è certamente frutta
dell'operazione di negoziato intrapreso dal governo corrente in
Europa, che ha dato prova di responsabilità verso un'interpretazione
meno rigida delle norme comunitarie in materia di conti pubblici. Lo
sblocco dei pagamenti è una notizia molto positiva per le nostre
imprese, il quale indice di fiducia nell'ultimo mese, dal 77,6 di
febbraio al 77 di oggi, soprattutto alla tenuta del manifatturiero, a
fronte invece di un trend sempre più negativo di edilizia e
commercio al dettaglio. Bisogna però ricordare che, secondo
Bankitalia, lo stock totale di debiti verso le pubbliche
amministrazioni ammonta a 90 miliardi. Ancora troppi, anche se il
ministro Grilli in futuro non chiude all'ipotesi di nuove tranche di
liquidità per stimolare la domanda interna.