giovedì 28 marzo 2013

40 miliardi per i pagamenti, boccata d'ossigeno per le imprese

I rimborsi vanno prima alle imprese e poi alle banche. E' questa la priorità per il pagamento dei debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni. Ed è quello che ha ripetuto nel corso di queste ultime ore il ministro dell'Economia Vittorio Grilli. Previsto un leggero allentamento del patto di stabilità dei comuni, richiesto a più riprese dagli enti locali, e dall'Anci, con il suo presidente Graziano Del Rio, sindaco di Reggio Emilia. Lo sblocco della liquidità sarà di 20 miliardi per il secondo semestre del 2013, mentre altri venti saranno per l'intero 2014. In tutto quaranta miliardi, una boccata d'ossigeno importante per le imprese italiane, che stanno soffocando nella morsa dello Stato debitore/esattore e di un credit crunch sempre più stringente. L'iniezioni di liquidità per rimborsare i debiti prevede una maggiore spesa per interessi, quantificabile in un aumento di 400 milioni del debito, e di una maggiore spesa per interessi. In cambio c'è senza dubbio una forte salvaguardia di decine di migliaia di posti di lavoro, e un'operazione di rafforzamento di molte imprese. Il maggiore debito comunque non farà sforare la soglia del 3% del deficit, i target sarebbe comunque raggiunti con unn peggioramento dei conti dello 0,5%. Questo allentamento dei vincoli è certamente frutta dell'operazione di negoziato intrapreso dal governo corrente in Europa, che ha dato prova di responsabilità verso un'interpretazione meno rigida delle norme comunitarie in materia di conti pubblici. Lo sblocco dei pagamenti è una notizia molto positiva per le nostre imprese, il quale indice di fiducia nell'ultimo mese, dal 77,6 di febbraio al 77 di oggi, soprattutto alla tenuta del manifatturiero, a fronte invece di un trend sempre più negativo di edilizia e commercio al dettaglio. Bisogna però ricordare che, secondo Bankitalia, lo stock totale di debiti verso le pubbliche amministrazioni ammonta a 90 miliardi. Ancora troppi, anche se il ministro Grilli in futuro non chiude all'ipotesi di nuove tranche di liquidità per stimolare la domanda interna.



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