giovedì 10 novembre 2011

Via alla transizione di Monti, e dopo via i dinosauri

E' giunta l'ora di Mario Monti. Non è bello dirlo, ma siamo nelle sue mani. Non perchè non siano affidabili, anzi; è uno dei più grandi economisti europei, e nonostante le mille difficoltà, ha l'esperienza e le capacità necessarie per guidare un governo tecnico o di larghe intese che liberi l'Italia dalla situazione di emergenza. Non so però se riuscirà, in poco tempo, a ripulire il nostro paese dal degrado politico e culturale di cui la Seconda Repubblica è stata grande protagonista. Dicevamo in poco tempo, perchè dovrebbe trattarsi, teoricamente, di un governo di transizione. Ridare fiducia ai mercati, attraverso riforme strutturali importanti: cura dimagrante dello Stato centrale, piano di liberalizzazioni, privatizzazioni e dismissioni del patrimonio pubblico improduttivo, oltre a una riforma del mercato del lavoro e a un ridimensionamento dell'impiego pubblico eccessivo. Successivamente, se tutto ciò non basterà, allora servirà a malincuore un aumento delle imposte, partendo però da chi ha di più, e una riforma chiara delle pensioni, che però non deve toccare il principio dei 40 anni di lavoro, a mio avviso imprescindibile aldilà dell'età pensionabile. Facendo tutto ciò dovremo farcela, ma naturalmente la strada è ancora molto lunga. Per fare tutto questo ci vorrà almeno un anno, con la possibilità di andare a votare nella primavera del 2013. Per i partiti ci sarà il tempo di prepararsi alle urne, oltre a mantenere la fiducia al futuro governo Monti. Da qui sorge spontanea la domanda. Come si preparerà la politica al prossimo appuntamento elettorale? Buio assoluto. Anzi, si intravede una piccola luce, proveniente dal centrodestra. Berlusconi sicuramente non si candiderà, e lascerà il posto a qualche faccia nuova. In questo momento le timide speranze del Pdl sono aggrappate alla figura di Angelino Alfano, anche se poi c'è il nulla dietro di lui. E nel centro-sinistra? Per ora il nulla anche lì. Bersani, Di Pietro e Vendola, ormai vecchietti in termini politici. E il "bischerello" Renzi che sta alla porta, raccogliendo intanto l'apporto di molti giovani, la parte sana di questa Italia in declino.

Nessun commento:

Posta un commento